Approfittando dell’articolo di Laura riguardo la sua personale battaglia con lo zucchero ho deciso di trattare un argomento sicuramente molto sentito durante questo lockdown: perché amiamo così tanto il buon cibo?

La nostra alimentazione spesso non soddisfa soltanto un bisogno fisiologico di energie ma anche un bisogno psicologico attraverso il meccanismo della “gratificazione”. In particolare, mangiando e associando tra loro determinati sapori rilasciamo particolari neurotrasmettitori che ci creano dipendenza in modo similare a ciò che fanno le droghe.

Evolutivamente parlando questo è stato assolutamente vantaggioso: l’uomo primitivo poteva in questo modo discriminare e scegliere i cibi più nutrienti e far sopravvivere sé stesso e la propria famiglia; non avendo un personale nutrizionista doveva basarsi soltanto sull’aspetto, sul sapore e sulla sazietà che derivava dal cibo.

Ad oggi questo discorso, nella stragrande maggioranza dei casi, non vale più: il benestare della nostra società ed il fatto che andare a caccia e pesca non sia più necessario alla sopravvivenza grazie ai supermercati, ci permette di scegliere con più consapevolezza i cibi che vogliamo consumare senza doverci preoccupare di un’eventuale stagione di siccità o moria di mammut.

Ma allora perché continuiamo a preferire determinati cibi e sapori rispetto ad altri?

La nostra società si è evoluta ma il nostro cervello, per quanto quasi perfetto esso sia, è simile a quello dei nostri antenati di 100mila anni fa e lo stesso vale per molti dei meccanismi che lo regolano.

Tendiamo infatti a prediligere alimenti ricchi di grassi, dolci o salati e molto saporiti poiché in natura questa tipologia di alimento è difficile da trovare e quindi quasi sicuramente prelibato: il nostro cervello deve portarci a consumare alimenti di questo tipo per farci sopravvivere e per fare questo produce oppioidi endogeni (varie endorfine, dopamina ecc…); vere e proprie droghe che noi produciamo per associare un senso di benessere all’esperienza di un cibo succulento e per portarci a consumarlo di nuovo. Per aggiungere qualche nozione, 1 grammo di grasso apporta circa 9 Kcal di energia, contro le 4 Kcal che apportano 1 grammo di proteine o 1 grammo di carboidrati. Noi preferiamo le patatine fritte rispetto alle patate lesse, perché siamo portati evolutivamente a farlo, le tendiamo a definire più buone rispetto alle lesse perché sono più energetiche, più salate ecc… discorso analogo si può fare con tantissimi altri cibi (mela vs torta, pizza vs insalata…). Siamo programmati così, non ci possiamo fare nulla!

Una notizia positiva

Se siamo abituati a consumare spesso dolci, questi dopo un po’ sembreranno meno zuccherini e la nostra soglia del dolce si alzerà, per raggiungere lo stesso piacere dovremo mangiarne di più e qui inizia la fregatura! Discorso simile vale per il sale, per il quale cui aggiungo che è stato ampiamente dimostrato che una sua riduzione/rimozione dalla dieta può portare a migliorare un quadro di ipertensione con un calo pressorio di 5-10 mmHg e ad evitare addirittura l’utilizzo di farmaci per curarla, se questa parte da una condizione non eccessivamente grave.

L’ideale per perdere almeno in parte questa dipendenza sarebbe limitare l’aggiunta di zucchero e sale in ogni alimento: non aggiungere lo zucchero al caffè, non aggiungere sale nell’insalata o sulla carne può essere un buon inizio. Si passa poi ad evitare (ci si può togliere qualche sfizio ogni tanto) cibi poco salutari e a prediligere gli healty food . Ed ecco che i cibi già di per sé dolci riacquisteranno il proprio sapore, un frutto non ci sembrerà non sapere di niente e lo stesso vale per una fettina di pollo o di manzo.

Quanto tempo serve a riequilibrare i propri sapori?

Cercando in letteratura troviamo tantissimi valori di tempo, generalmente per riequilibrare il proprio gusto del salato ci vogliono 8 settimane, per riequilibrare il gusto del dolce ci vogliono invece 12 settimane, ma non spaventatevi i primi risultati si vedranno molto prima! Queste tempistiche inoltre variano moltissimo in base al punto di partenza: non sarà sicuramente il dolcino una tantum o un’abbuffata al mc donald a darvi problemi purchè si mantenga uno stile abbastanza sano per il resto dell’anno (anche l’attività fisica aiuta in questo senso)!

Passato questo tempo non sarete assolutamente resettati come dei computer, amerete ancora il buon cibo (e ci mancherebbe!) ma con una consapevolezza diversa: il cibo in natura ha infatti un suo sapore che spesso a causa degli additivi e dei troppi condimenti, decisamente poco salutari, viene perso…ed ecco che la carne sembrerà già di suo salata, la frutta strabiliantemente zuccherina ed il junk food quasi nauseabondo da quanto eccessivamente saporito e unto;

Non vi resta che provare!