Lo ammetto, non sono un’esperta di frittura ma sono una curiosa cronica e mi stavo proprio domandando cosa friggere per festeggiare la fine del lockdown della fase 1 e rendere più frizzante l’inizio della fase 2.
Ho scoperto cose assurde, ma andiamo con calma. Si dice che anche una suola di scarpa se fritta, risulta commestibile. Sarà vero? La risposta è sempre si, fritto vuol dire festa. Ma ci sono delle regole da seguire per non cadere negli errori più comuni che rischierebbero di mandare in malora anche la suola della suddetta scarpa.
Olio: quale scegliere?
Facciamo un po’ di chiarezza, è bene distinguere gli oli per la frittura: non tutti hanno lo stesso punto di fumo, cioè la temperatura massima che un olio può raggiungere prima di iniziare a bruciare e fare quella fumera terribile che sicuramente è capitata alla maggior parte di voi.
Se avete intenzione di friggere con costanza consiglio caldamente di armarsi di termometro: una croccantezza e leggerezza impagabili sono assicurate da una temperatura compresa tra i 165° e 180°.
Il punto di fumo più alto, intorno ai 210°, se lo aggiudica l’olio extravergine d’oliva. È un olio importante, si fa sentire in tutti i tipi di cottura, nemmeno nella frittura sfugge. L’olio che la maggior parte delle persone usano è quello di arachidi, con un punto di fumo intorno ai 180°, con un sapore più tenue che non si impone sul gusto finale del piatto. Contrariamente a ciò che i più ingenui pensassero, l’olio di mais e di girasole sono i meno indicati per la frittura, perché caratterizzati da un punto di fumo molto basso e dunque non riescono a garantire una temperatura adeguata per una frittura ad hoc.
Lo sapevi che la quantità giusta di olio deve superare di dieci volte il peso dell’alimento da friggere? È importante per una frittura dorata e uniforme. Fondamentale poi è ricordarsi di friggere poco cibo alla volta, durante l’immersione l’olio varia la sua temperatura, abbassandosi. Mi raccomando di immergere solo alimenti perfettamente asciutti per evitare un’ustione di ventesimo grado e attenzione a non toccarli continuamente, lasciateli friggere in pace e girateli solo quando serve davvero.
E il sale? Solo alla fine, lasciate riposare un paio di minuti e servite!
Per evitare di impregnare anche i muri del tipico odore di olio fritto immergete una fettina di mela nell’olio bollente, e sostituitela con un’altra quando cambia colore. Un altro trucco interessante sono le scorze d’arancia, mandarino, pompelmo, limone ecc. Durante l’inverno potete adagiarle sui termosifoni in azione oppure in una pentola con acqua bollente vicino ai fornelli.
5 regole per una frittura perfetta
PRIMA REGOLA. Scegliete l’olio giusto tenendo conto del punto di fumo.
SECONDA REGOLA. Regolate con criterio la quantità di olio da usare, non siate tirchi. Più olio non significa più grasso! Immergete completamente per una frittura più leggera.
TERZA REGOLA. Mi raccomando la temperatura dell’olio. Per una verifica senza termometro usate una carotina in sacrificio: immergetela nell’olio, se affiora in superficie sfrigolando con tante bollicine tutto attorno, significa che il vostro l’olio è pronto.
QUARTA REGOLA. Friggi poco cibo alla volta, che sia dolce o salato, piccolo o grande, l’importante è non avere fretta. Non volete un risultato molliccio e unto.
QUINTA REGOLA. Man mano che friggi conserva i pezzi fritti nel forno caldo spento con lo sportello aperto. Non coprirli o diventeranno umidicci. Sala o zucchera solo alla fine.
Friggere è uno stile di vita
Le vie del fritto sono infinite. Tant’è vero che ho scoperto cose che non credevo reali, dagli ormai sopravvalutati Oreo fritti (che solo a pensarci mi viene il diabete), alla frittura dei fiori e no, non faccio riferimento a quelli di zucchina meravigliosi ma a quelli che nessuno si aspetterebbe mai: come quelli di glicine e di sambuco. Burro fritto, si hai letto bene, gli americani prendono uno stick di burro, lo immergono nella pastella e lo friggono. Sempre in USA friggono l’impasto crudo dei biscotti e i cetriolini sottaceto tagliati a rondelle. Dall’altra parte del mondo, in Asia, amano gustare come patatine insetti vari fritti dai bacarozzi alle larve, dalle formiche alle cavallette fino ai ragni di ogni genere. Non l’avevo ancora mai sentita ne immaginata ma gli amanti del fritto e dei frutti di mare sicuramente si: si friggono anche le cozze! Tra tutti i modi esistenti di consumare l’avocado non avevo ancora valutato l’idea di friggerlo e nonostante il mio amore infinito per il gelato non lo posso proprio accettare fritto.
Il ‘Cuy chactado’ è il piatto tradizionale di Arequipa, Perù, si tratta del nostro aminaletto da compagnia: il porcellino d’india fritto. Il Bake n’shark potrebbe sembrare un comunissimo panino di pesce fritto ma il pesce in questione è carne di squalo. Si trova facilmente a Trinidad e Tobago, nonostante molte specie di squalo siano in via d’estinzione.
In Messico si possono gustare uova di formiche giganti fritte, si chiamano Escamoles e non sono affatto economiche, vista la difficile reperibilità!
Vi salterebbe mai in mente di prendere un qualsiasi frutto sano e catapultarlo dentro un mare di olio bollente? Chiunque pensa al cocomero come ad un meraviglioso ricordo estivo e rinfrescante. Che venga consumato alla cara old school o come base di insalate e salse, congelato nel sorbetto o in un cocktail, o anche mescolato in una zuppa fredda si può accettare. Ma ti è mai saltato in mente di friggere l’anguria? Se ti rimane una parvenza di sanità e self care no, anche considerato che è per lo più acqua (il 92% per essere esatti). Eppure c’è chi ci è riuscito. In Scozia friggono i Mars, delle barrette di cioccolato ripiene di caramello. Questa follia ha portato ad altra follia, adesso friggono qualsiasi prodotto dolce confezionato.
Non chiedetevi il perchè, ma si friggono anche le Bubble Gum, la Coca Cola, shot di tequila, latte alla zucca e cucchiaiate di burro di arachidi.
Ci saranno sicuramente altre centinaia di prelibatezze assurde fritte di cui non sono ancora a conoscenza, se vuoi segnalarci alcune ricette scrivici sulla nostra pagina , saremo felicissimi di farci quattro risate insieme!
Chissà come nascono mi chiedo, ma poi mi rispondo con il detto fiorentino “Fritta l’è bona anche una ciabatta”!